1 dicembre 1970 - 1 dicembre 2020: 50 anni di amore per il divorzio!
Cinquanta anni fa fu una giornata storica per la "civiltà legislativa" italiana, infatti il 1 dicembre 1970 si votò la legge numero 898, più normalmente denominata "Fortuna-Baslini" o legge sul divorzio, fu approvata in via definitiva, con 319 sì e 286 no, su 605 votanti e presenti. Piccola curiosità: nel testo, la parola "divorzio" non viene mai menzionata, ma si è preferito usare "scioglimento del matrimonio", come cortesia istituzionale verso il Partito della Democrazia Cristiana.
Prende il nome dai suoi primi firmatari Loris Fortuna (socialista) e Antonio Baslini (liberale). I due fecero proposte di legge distinte ma dopo un conflittuale, tortuoso e lungo iter parlamentare, durato anni, furono abbinate e approvate come unica legge. Fu sostenuta da quasi tutti i gruppi parlamentari e i movimenti femministi, viceversa fortemente osteggiata dalla Democrazia Cristiana e dalla Chiesa.
Tanto che, Amintore Fanfani, segretario della Democrazia Cristiana, nel 1974, depositò in Cassazione più di un milione di firme per un referendum abrogativo. Per quel referendum, andarono a votare più di 33 milioni di persone e il divorzio fu definitivamente approvato col 59,30% dei voti. Il segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, in quell'occasione disse: “È una grande vittoria della libertà, della ragione e del diritto, una vittoria dell'Italia che è cambiata, che vuole e può andare avanti.”.
La legge del 1970 venne modificata con la legge numero 74 del 1987, per cui, con l'accordo unanime di tutti i gruppi politici, si ridussero, da cinque a tre anni, i tempi necessari per arrivare alla sentenza definitiva.
Tale legge fu totalmente superata nel 2015, dal DDL n. S. 1504 - 17ª Legislatura, in tema di “divorzio breve”, che riduce il periodo tra separazione e divorzio, inoltre anticipa lo scioglimento della comunione dei beni.
Attualmente i partiti di destra, ogni tanto, parlano ancora di abrogare il divorzio.
Vi lascio con Nilde Iotti che, prendendo la parola in Parlamento prima dell'approvazione ch disse: "Per quanto siano forti i sentimenti che uniscono un uomo e una donna, essi possono anche mutare"; non è giusto che si rimanga imprigionati ad errori fatti nel passato. Neanche la Costituzione imponga le idee di alcuni cittadini a tutti gli altri. Il divorzio è fondamentale per l'emancipazione femminile, per salvarsi dal "primato del maschio" e dalla violenza domestica. Prima del 1970 si contavano più di 400 mila di "vedove bianche" di mariti emigrati spariti nel nulla che non lasciavano niente di che vivere; queste mogli per giunta dovevano sostenere i figli oltre sé stesse... Io, donna libera, del 2020, non mi sognerei mai di essere legata ad un "marito fantasma", e voi...?
Per chi volesse approfondire ecco qui il testo della legge in questione: