Cosa prevede la riforma del CSM
Il governo ha presentato la proposta di riforma del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l'organo di autogoverno della magistratura e delle carriere dei magistrati; nel tentativo di togliere peso alle "correnti" politiche al suo interno, la lottizzazione delle nomine e stabilire le condizioni da rispettare per i magistrati che vorrebbero entrare in politica.
I cardini della riforma sono due: il primo riguarda l'elezione dei membri del CSM scelti dalla magistratura, avverrà con un sistema misto, maggioritario e proporzionale per evitare che le elezioni rimaranno solo una formalità, perché attualmente chi si candida sono pochi magistrati e certi di essere eletti; il secondo prevederà che i magistrati che entrano in politica non potranno candidarsi nelle regioni in cui sono stati assegnati nei tre anni precedenti, e se dovessero rientrare a svolgere le loro funzioni potranno avere solo incarichi amministrativi o ministeriali.
La riforma prevede di riportare i membri elettivi del CSM da 24 a 30, gli stessi previsti prima del 2002: 20 scelti dagli stessi magistrati, 2 giudici di Cassazione, 13 giudici di merito e 5 pubblici ministeri; 10 dal parlamento, selezionati tra professori universitari in materie giuridiche ed avvocati (i cosiddetti "laici"). A questi si aggiungono: il Presidente della Repubblica, il primo presidente e il Procuratore Generale della Corte di Cassazione.
Invece sul piano del sistema elettorale, 14 dei 20 magistrati del CSM saranno scelti con il maggioritario da collegi nei quali saranno eletti i due magistrati più votati, su un minimo di sei candidati (se mancanti, i candidati verranno sorteggiati). Un quindicesimo seggio sarà assegnato a un PM sulla base di un calcolo ponderato che indicherà uno tra i terzi più votati. Gli ultimi cinque seggi saranno attribuiti con un sistema proporzionale a livello nazionale; non ci saranno liste nazionali, però ci si potrà candidare singolarmente.
Un altro punto importante è che le nomine d'ora in poi vengano gestite in ordine cronologico, avranno la priorità quelle vacanti da più tempo; così il CSM eviterebbe di decidere sulla base di accordi a "pacchetto", spartendo gli incarichi liberi tra le correnti politiche.
Questa proposta è arrivata dopo settimane di trattative estenuanti fra le diverse forze politiche e fa parte di un disegno più ampio di riforma della giustizia che riguarderà anche il processo penale e quello civile; tutte cose pertinenti con la elargizione dei fondi del Recovery Fund.
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