#GlobalBiodiversity: la conservazione della biodiversità deve includere i diritti umani
Il nuovo Global Biodiversity Framework deve porre al centro i diritti umani, se si vuole garantire il futuro della vita sulla Terra, e allontanarsi dalla conservazione della biodiversità basata sugli approcci consueti; deve avere un orientamento più inclusivo, equo e sostenibile per proteggere e ripristinare la biodiversità; perché non è un'opzione, bensì un obbligo.
David Boyd, Relatore Speciale dell'ONU, ha sottolineato che: "lasciare fuori i diritti umani dal processo non può essere un'opzione, perché la conservazione incentrata su di essi è il modo più efficace, efficiente ed equo per proteggere il pianeta.".
L'obiettivo della Bozza è stabilire un mondo che vive in armonia con la natura entro il 2050, in parte proteggendo almeno il 30% del pianeta e ripristinandone almeno il 20% entro il 2030.
Questo nuovo quadro è di vitale importanza perché l'accelerazione degli sforzi per espandere le aree protette non è sufficiente per fermare o addirittura rallentare l'ondata di distruzione ambientale che sta investendo il mondo.
È essenziale che le aree protette coprano almeno il 30% delle terre emerse e dei mari; però non dovrebbe avvenire a costo di ulteriori violazioni dei diritti umani delle popolazioni indigene e di altre più vulnerabili; anzi occorre particolarmente tutelare i diritti degli indigeni, degli afro-discendenti, delle comunità locali, delle contadini, delle donne e dei giovani che vivono in zone rurali, poiché queste categorie di persone giocano un ruolo chiave nella protezione e nel ripristino della natura. I loro diritti umani, fondiari e di proprietà, le loro conoscenze e i loro contributi alla conservazione devono essere riconosciuti, rispettati e sostenuti, a detta di Boyd.
Tanto meno bisogna avere approcci tipo di "conservazione fortezza" che cercano di ripristinare spazi naturali incontaminati senza abitanti umani; ormai bisogna avere un approccio integrato ed armonico.
L'attuale Documento non menziona le garanzie fondamentali, ora si è capito che i diritti umani sono strettamente legati ad una biosfera sana.
Boyd ha dichiarato: "Gli Stati dovrebbero migliorare la bozza del quadro globale sulla biodiversità post-2020 assicurando che gli approcci basati sui diritti siano obbligatori in tutte le azioni per conservare, ripristinare e condividere i benefici della biodiversità, compreso il finanziamento della conservazione.".
Fonte:
https://news.un.org/es/story/2021/08/1495722
Per altri approfondimenti:
https://www.cbd.int/article/draft-1-global-biodiversity-framework
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