Il "Libro nero dei respingimenti" a 25 anni degli Accordi di Dayton
La Bosnia-Herzegovina fino al 1992 faceva parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia; poi dopo un terribile conflitto fratricida con crimini di guerra, dal 1995, è una repubblica parlamentare federale. Il Distretto di Brcko è stato dichiarato neutrale, fuori dalla giurisdizione delle due regioni, ed ha vissuto una fase di sviluppo che si è fermato quando la supervisione della comunità internazionale è andata scemando.
La guerra in Bosnia durò tre anni e mezzo, fece centomila morti e due milioni di rifugiati.
Gli Accordi di Dayton posero fine alla lotta armata, ma divisero la Bosnia-Herzegovina in due entità omogenee dal punto di vista etnico, unite da un debole governo centrale. Attualmente la situazione della politica e della popolazione non è cambiata; inoltre, ai migranti li viene riservato un trattamento brutale quando percorrono la rotta Balcanica e attraversano la Bosnia, in generale i paesi ex jugoslavi.
Gli accordi finali furono firmati il 14 dicembre a Parigi dal presidente della Bosnia Erzegovina, Alija Izetbegović, e i suoi omologhi croato e serbo, Franjo Tuđman e Slobodan Milošević; alla presenza del presidente Bill Clinton e di altri cinquanta leader mondiali.
A venticinque anni dagli Accordi di Dayton i politici corrotti depredano la "cosa pubblica" facendo la stessa propaganda di un tempo e rivendicando il passato bellico. La Bosnia-Herzegovina è agli ultimi posti nella classifica mondiale per la corruzione, invece ai primi posti per la cosiddetta "fuga di cervelli".
In questo quadro disastroso per la popolazione civile, la Bosnia-Herzegovina rappresenta l'ultimo avamposto prima di entrare nell'agognata Unione Europea.
Un "Libro nero dei respingimenti" di 1500 pagine è stato consegnato dal il Parlamento Europeo alla Commissaria agli Interni tramite una rete di ONG che lavora lungo la dorsale balcanica.
Il report, con quasi 900 testimonianze relative a oltre 12.654 persone, svela: violenze psico-fisiche, furti e/o distruzione di denaro e beni personali, attacchi di cani, respingimenti illegali su richiedenti asilo; comprendendo eventi svolti in: Grecia, Bosnia, Serbia, Ungheria (fino al 2015), Croazia, Slovenia ed Italia.
Gli europarlamentari si sono detti "molto scioccati dai racconti infiniti di violenza spietata, sadica e degradante che ricordano brutali dittature" e tale suddetto book "fa luce su questo oscuro capitolo dell'UE"; ora i paesi responsabili devono porre fine a queste barbarie. I respingimenti violano il diritto europeo e quello d'asilo. Bisogna ricordare che il Patto sulla migrazione e l'asilo contiene meccanismo di sorveglianza delle frontiere inteso ad evitare respingimenti illegali.
Il respingimento illecito si verifica quando uno Stato rimanda indietro i migranti attraverso i propri confini senza dare loro la possibilità di chiedere asilo e negando ricorso; in più senza fare controlli sulla loro situazione personale, utilizzando metodi violenti, a volte illegali.
Da poco, FRONTEX, ha dovuto difendersi per un suo coinvolgimento insieme alla guardia costiera greca nel respingimento illegale di barconi di richiedenti asilo in Turchia. Ovviamente il governo greco ha negato il coinvolgimento nei fatti.
Fonti:
Articoli affini:
#VelikaKladuša: il nuovo campo profughi in #BiH per gli Hazara in fuga dai talebani
#BiH: l’UE stanzia altri 3,5 milioni per la crisi umanitaria
#Bihac: i migranti muoiono congelati!
Bosnia, #campLipa: l’evacuazione dell’inferno gelato
#RottaBalcanica: migrante pakistano ucciso da una mina in Croazia
Rotta Balcanica: una rotta altrettanto insicura come quella mediterranea!