L’Italia riconosce i migranti climatici
Col decreto n. 130/2020 (i nuovi decreti sicurezza) l'Italia riconosce i migranti climatici.
Con il cambiamento climatico planetario il fenomeno delle migrazioni climatiche si sta facendo sempre più importante. I migranti climatici sono provenienti da aree in via di sviluppo, Africa e Sud America; nonché da zone ove si hanno fenomeni meteorologici estremi, le conseguenze si vanno a sommare a criticità socio-economiche.
I dati dell'Internal Displacement Monitoring Centre, indicano che, solo nel 2018, 17,2 milioni di persone sono state costrette a migrare a causa degli eventi climatici estremi.
Il diritto internazionale equipara i migranti climatici a chi fugge da guerre e carestie, quindi godono del diritto alla protezione umanitaria.
La Convenzione di Ginevra del 1951, stabilisce che la condizione di rifugiato sia riconosciuta a chi si è costretto ad attraversare una frontiera internazionale "a causa del timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per un'opinione politica". Questo ha generato tantissima confusione in molti Paesi che spesso confondono i migranti climatici con quelli economici, dunque li respingono; ma negli Stati di provenienza non ci sono nemmeno le condizioni minime per la sopravvivenza.
Riconoscere la protezione umanitaria ai migranti climatici, significa soprattutto acquisire la coscienza che i cambiamenti climatici a livello globale comportano gravi conseguenze sociali e comunitarie, non solo ambientali. La grande pandemia SarsCov_2 in questo senso ha insegnato qualcosa.
Entro il 2050 le persone costrette a sfuggire da inondazioni, incendi e siccità, saranno tra 200 e i 250 milioni. Interventi in materia di diritto internazionale sarebbero fondamentali per gestire un fenomeno che in futuro si consoliderà sempre maggiormente, anche in vista dell'aumento della temperatura terreste.
Fonte:
https://ecologica.online/2021/01/20/litalia-riconosce-i-migranti-climatici/
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