La Siria esiste ancora e soffre più che mai
Le sofferenze, lo sfollamento, la crisi economica e le violenze continuano dopo più di dieci anni di guerra scaturita dalla primavera araba perché i siriani volevano maggiori diritti e libertà; ora sul campo c'è una "tregua-stallo" militare con il costante rischio di nuove escalation, in questa situazione ovviamente quasi nessuno si fida a rientrare in patria, per questo motivo le Nazioni Unite dicono che i siriani hanno bisogno più che mai del sostegno internazionale.
Riguardo a ciò c'è stato un meeting organizzato dall'Unione Europea al fine di raccogliere i fondi necessari per far fronte alle necessità dei civili, all'incontro non è stata invitata la delegazione della Federazione Russa ma la sua presenza sarebbe stata fondamentale visto che la Russia è uno degli attori principali della guerra in Siria. Durante la discussione Geir Pedersen, Inviato Speciale dell'ONU per la Siria, ha riferito che lui e i suoi precedessori hanno chiesto fortemente un cessate il fuoco e una soluzione politica che affronti le legittime aspirazioni del popolo siriano e rispetti la sovranità, l'unità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria; però dopo tutto questo tempo non si vede nemmeno l'ombra di una soluzione diplomatica. Inoltre con l'attuale guerra in Ucraina in corso, il conflitto siriano è passato in secondo piano così ritardando la ricerca della pace e viceversa aumentando il prolungamento delle tribolazioni dei siriani.
Dunque in base ai dati ONU si evince che oltre il 90% della popolazione vive in povertà; quando si è in condizioni di indigenza si è più esposti alla violenza di genere e minorile. Continuando a parlare di bambini risiedenti in questo Paese quasi la metà di loro non riesce ad avere un'istruzione e sono molto vulnerabili al lavoro minorile, alla tratta e al reclutamento militare; i matrimoni precoci e forzati sono frequenti. Oltre a ciò l'insicurezza alimentare ha raggiunto dodici milioni di persone ed il rischio di rimanere vittime di ordini esplosivi è elevatissimo.
Alla luce di questa situazione l'OCHA, l'Ufficio ONU preposto per il coordinamento degli affari umanitari, ha dichiarato che ci sono 26,5 milioni di individui che necessitano di assistenza, divisi in tal modo: 14,6 milioni in Siria - 1,2 milioni in più rispetto al 2021 - e dodici milioni nei Paesi limitrofi che li ospitano, compresi i 5,6 milioni di rifugiati stanziati in altri Stati.
Allo stesso tempo l'UNHCR e l'UNDP sottolineano che sono altrettanto importanti anche investimenti per la ricostruzione per una veloce ripresa. Bisogna ripartire dalle piccole comunità dotandole di mezzi di sussistenza sostenibili e migliorare l'accesso sicuro ai servizi di base; così facendo si sosterrà la resilienza socio-economica delle famiglie e se si dà a tutti la possibilità di vivere dignitosamente con un'equa prospettiva di vita dando l'opportunità di potenziare il proprio futuro di conseguenza ci sarà maggiore coesione sociale.
Fonte:
https://news.un.org/es/story/2022/05/1508452
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