#LGBT Africa: Non è questione di essere “Tutti Gay”, ma la Convenzione di Ginevra del 1951 afferma il loro diritto d’asilo!
Giorgia Meloni, su Facebook, Contro il Partito Democratico e Laura Boldrini ha tuonato così: "In Commissione Affari Costituzionali alla Camera è stato approvato un emendamento del Pd per modificare i decreti sicurezza e impedire, di fatto, l'espulsione e il respingimento di un immigrato verso uno Stato nel quale si può essere oggetto di persecuzione per motivi di 'orientamento sessuale e identità di genere".
Purtroppo ancora oggi i flussi migratori sono legati alla criminalizzazione dell'omosessualità e le persecuzione riguardanti l'identità sessuale.
Da un rapporto di Amnesty International si evince che in una ventina di Stati africani l'omosessualità viene ritenuta penalmente perseguibile con pene più o meno rilevanti a seconda del paese. Per esempio: in Liberia e Zimbabwe con carcerazione di un anno; 2 anni in Algeria e Chad; fino a 3 anni in Marocco, Ghana, Guinea, Togo e Tunisia; fino a 5 anni in Libia e Camerun; dai 7 ai 10 anni in Eritrea e nel Sud del Sudan: con l'ergastolo in Uganda, Gambia, Kenya, Tanzania, Sierra Leone e Zambia.
Dopo che la Corte Costituzionale ha rigettato per irregolarità tecniche la legge "Uganda Anti-Homosexuality Act", nota come "Kill the Gays" approvata dal Parlamento del Paese il 20 dicembre 2013, l'Uganda ha fatto qualche passo in avanti sul fronte del "reato" di omosessualità che non è più punito con la pena di morte.
D'altro canto la Nigeria dal gennaio 2014 ha inasprito le pene già esistenti fino a 14 anni di carcere; addirittura in Nigeria settentrionale è vigente la pena capitale.
L'Unione Europea, la Banca Mondiale, gli Stati Uniti e il Fondo Globale stanno monitorando accuratamente le condizioni per tutelare i diritti delle persone LGBT+.
Dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dimostrano sempre una maggiore e costante richiesta delle domande di status di rifugiato, relative all'orientamento sessuale e identità di genere, nell'ambito della Convenzione di Ginevra del 1951 che è stata firmata da 144 paesi. In tal senso, l'UNHCR, ha asserito: "Gli individui LGBT possono essere soggetti ad abuso e discriminazione di natura fisica, sessuale e verbale da parte delle autorità dello Stato e delle loro famiglie o comunità a causa di chi essi sono o di chi sono percepiti essere. Ciò può avvenire a causa delle norme sociali e culturali prevalenti, che risultano in intolleranza e pregiudizi, o a causa di leggi nazionali che riflettono tali atteggiamenti. Quando queste azioni di abuso e discriminazione restano impunite e/o quando l'orientamento LGBT è perseguito penalmente, tali individui possono, se essi chiedono asilo su queste basi giuridiche, rientrare nella definizione di rifugiato così come contemplata dalla Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati".
Alla luce di tutto ciò, uno Stato democratico e libero ha il dovere giuridico e morale di accogliere persone che scappano dai propri paesi in quanto non possono esprimere liberamente la propria sessualità. Nel 2020 l'espulsione e il respingimento di migranti della comunità LGBT+ dev'essere considerata inaccettabile.
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