#Youth4Climate: i giovani consegnano un mandato preciso ai Grandi della Terra
In questi giorni, a Milano, si è svolta la Youth4Climate Driving Ambition come evento preparatorio della COP26 di Glasgow; per la prima volta i documenti stilati da un'assemblea di giovani saranno discussi e presi come base per il tavolo delle trattative di grandi potenze mondiali.
Sostanzialmente il documento finale si basa su vari punti chiave.
Si chiede che Paesi ed istituzioni garantiscano urgentemente "un coinvolgimento significativo dei giovani in tutti i processi decisionali con implicazioni sul cambiamento climatico".
Come presupposto fondante richiede la "capacity building": alla COP26 gli Stati si dovrebbero muovere per "aumentare urgentemente il supporto finanziario, amministrativo e logistico per promuovere l'impegno dei giovani"; anche il supporto delle organizzazioni internazionali ed istituzioni finanziarie pubbliche e private, con fondi ingenti e di facile accesso, è di vitale importanza per sostenere la partecipazione dei giovani ai processi decisionali che riguardano i cambiamento climatici.
È essenziale "una transizione energetica urgente, olistica, diversificata e inclusiva entro il 2030 che dia priorità all'efficienza energetica e all'energia sostenibile", eliminando tutte le industrie di combustibili fossili evitando così l'aumento della temperatura di 1,5°. A tal fine si auspicano finanziamenti "per garantire una transizione con posti di lavoro dignitosi, fornendo un sostegno adeguato alle comunità colpite e vulnerabili" che servirebbero anche per "misure di adattamento, resilienza"; invitando i decisori a tutti i livelli, nel settore pubblico e in quello privato "a creare un sistema di finanziamento del clima trasparente e responsabile con una solida regolamentazione delle emissioni di carbonio, sradicando la trappola degli investimenti climatici nelle comunità più vulnerabili". Le soluzioni basate sulla natura devono la priorità come strategia principe per affrontare le problematiche climatiche; c'è necessità di una società socialmente giusta ed equa" soprattutto proteggendo i diritti e il luogo delle popolazioni locali e indigene, spingendo verso una transizione decentralizzata "progettata per e con le cooperative di lavoratori, le comunità locali e indigene e le persone più colpite dalla crisi climatica e dallo spostamento della terra". La transizione richiede una chiara rendicontazione dei piani e il raggiungimento degli obiettivi intermedi, almeno su base annuale. Senza tralasciare il fatto che i giovani chiedono di dire basta agli investimenti pubblici e privati in combustibili fossili e all'influenza dell'attività di lobbying di questa industria, in particolare durante i negoziati internazionali.
Infine ci dev'essere un impegno nell'educazione giovanile alle scienze naturali e all'emancipazione, anche supportando la creazione di piattaforme e meccanismi multi-stakeholder per condividere informazioni e soluzioni, con finanziamenti adeguati.
Sul fronte della consapevolezza pubblica e dell’informazione responsabile, i ragazzi chiedono di dare risalto "ai rifugiati climatici, attraverso i media tradizionali e utilizzando campagne, arte, sport, intrattenimento, leader della comunità, influencer e social media".
I Grandi della Terra devono capire che il cambiamento climatico va bloccato, non per questioni aleatorie, bensì per stringenti motivi economici e politici.
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